da controcampo
Inter: anche l'ex Cannavaro
è tra gli "amici" di Moratti
Il capitano azzurro: "Aiutati come la Juve"
Il difensore al 'Messaggero': "Gli ultimi errori arbitrali sono stati pesanti, scoraggiano chi insegue"Cannavaro: "L'Inter è come la Juve"
Il capitano azzurro parla al Messaggero: "E' forte, ma se la aiutano pure..."
L'Inter come la Juve? Il dilemma che va più di moda nei bar e nei salotti di mezza Italia, per Fabio Cannavaro ha una risposta scontata: "Certo che sì: i nerazzurri sono forti, ma se li aiutano pure...". Dalla Spagna, l'ex difensore bianconero (e nerazzurro) ha detto la sua in un'intervista al Messaggero.
ERRORI... SCONTATI
"Quando vinci diventi antipatico. In più ci sono gli errori degli arbitri: c'erano prima, ci saranno sempre. I direttori di gara non sono extraterrestri, e se i loro sbagli aiutano l'Inter che è in testa, come in questo momento, sono scontate le polemiche. Gli ultimi errori arbitrali in favore della capolista sono stati importanti, pesanti, hanno tolto speranza a chi insegue".
L'EFFETTO CALCIOPOLI
"Purtroppo il dubbio viene alla gente, agli avversari, non certo ai giocatori nerazzurri. Loro sono forti. Dopo quello che è successo alla Juve, con quei contatti esterni al campo, adesso c'è chi ha sospetti sull'Inter. Sono strascichi di Calciopoli, è normale".
GLI SCUDETTI? NOSTRI
"Noi di quella Juve processata e punita sentiamo nostri gli scudetti revocati. Ed è lo stesso ragionamento che fanno i calciatori dell'Inter. Noi siamo arrivati primi perché più forti, le intercettazioni ci interessano poco".
LA VERITA' SU TOTTI
"Basta con questa polemica infinita secondo cui sarei stato io a rifiutare l'impiego parziale di Totti in nazionale. Ero e sono il capitano azzurro, perciò chiedo sempre chiarezza a tutti, questo sì. Lo vorrei ancora al mio fianco, ma capisco che non è facile giocare tante partite, soprattutto dopo un brutto infortunio".
L'Inter attacca: "Tante vittorie, tanti nemici"
Massimo Moratti e Lele Oriali replicano alle accuse dell'ad del Catania Lo Monaco
Dopo le polemiche sugli arbitraggi, l'Inter è di nuovo al centro di una bufera. "Abbiamo molti amici in giro per l'Italia, Lo Monaco è uno dei tanti...": questo è stato il commento sarcastico del presidente Moratti al reclamo avanzato dal Catania (e dal suo amministratore delegato) riguardo la posizione di Materazzi, che secondo i siciliani non avrebbe dovuto giocare la partita di domenica sera perché "quattro giorni prima si era chiamato fuori dalla nazionale per infortunio".
Non ci sta il numero uno di via Durini che tra polemiche arbitrali e attacchi da più fronti non riesce a godersi serenamente il primo posto in classifica e il terzo (probabile) scudetto consecutivo dell'Inter. Moratti, che si trovava a Venezia per partecipare all'inaugurazione di un nuovo Inter club, ha anche aggiunto che "il giudice comunque è stato bravo", riferendosi alla decisione di Gianpaolo Tosel, che si è riservato di studiare bene il ricorso catanese.
Alle dichiarazioni di Moratti ha prontamente replicato lo stesso Lo Monaco: "Non ci tengo a essere amico di Moratti. Sono uno che lavora e che fa il proprio dovere. Mi pare che il presidente dell'Inter continui a fare dichiarazioni sopra le righe. Vorrei vedere cosa avrebbe fatto lui se fosse stato al nostro posto". Dopo le parole dell'ad del Catania, è arrivata la contro-replica del consilente di mercato Lele Oriali: "Siamo meravigliati dall'iniziativa intrapresa dal Catania. Mi sembra una caduta di stile fuori luogo. La verità è che noi diamo fastidio perché vinciamo sempre (le stesse parole spese da Stankovic in conferenza stampo qualche giorno fa, ndr). Certe polemiche sono strumentali, cercano di portarci via quello che siamo convinti di meritarci".
Nelle schermaglie dialettiche, entra a gamba tesa anche Julio Ricardo Cruz, solitamente estraneo alle polemiche extracalcistiche: "Gli arbitri possono sbagliare, ma se accade non è certo colpa nostra - ha detto l'attaccante argentino -. La sudditanza non c'entra e non stanno in piedi nemmeno i paragoni con la Juve di un tempo".
Il Catania fa ricorso contro la vittoria dell'Inter
Per i siciliani Materazzi, infortunato per la Nazionale, non poteva giocare
Adesso ci si mette anche il Catania. Reduce da nuove accuse per gli arbitraggi favorevoli e attaccata duramente da Totti, l'Inter deve ora fare i conti con il ricorso, per la verità un po' campato in aria, dei siciliani. Il Catania sostiene infatti che Materazzi, rimandato a casa dopo la convocazione in Nazionale, non poteva infatti scendere in campo nel posticipo di domenica sera. In realtà il difensore ha risposto alla convocazione ed è poi tornato a casa.
"Non è una ripicca", spiega l'amministratore delegato del Catania, Pietro Lo Monaco. "Esiste una regola. Noi abbiamo un giocatore, Vargas, che viene convocato regolarmente in Nazionale ed è capitato una volta che, nonostante un risentimento, sia dovuto andare lo stesso in Perù, non ha giocato, è tornato e stava bene, ma non l'abbiamo potuto mettere in campo contro il Torino. Ora, se questa normativa viene tacitamente bypassata, a me sta bene, che ce lo dicano. Se la legge è uguale per tutti penso che debba beneficiarne anche il Catania, se la regola non vale per Materazzi allora non vale neanche per Vargas". anche qui il Catania sbaglia. Lo stesso Vargas è sceso in campo in tutti gli incontri col Torino.
Il ricorso è finito nelle mani del giudice sportivo Gianpaolo Tosel che, a sensazione, dovrebbe respingerlo in un amen. L'articolo cui fa riferimento il Catania nel suo ricorso - precisamente il comma 3 dell'articolo 76 delle norme organizzative interne della Figc - riguarda infatti chi non ha "risposto alla convocazione" e non, come nel caso di Materazzi, chi, dopo essersi presentato in ritiro, è stato rimandato a casa dopo un consulto medico.
A favore dell'Inter ci sono tra l'altro illustri precedenti, che risalgono in particolare alla gestione azzurra di Giovanni Trapattoni: in occasione di vari impegni, amichevoli e no, alcuni calciatori (tra i quali Alessandro Del Piero, Francesco Totti, Gianluigi Buffon e Christian Vieri) avevano più volte risposto alle convocazioni per poi lasciare il ritiro per dei malanni riscontrati dai medici azzurri. In un'occasione, tuttavia, la questione aveva sollevato violenti polemiche, quando cioè, Totti era stato sottoposto a una cosiddetta "visita fiscale" a ottobre 2002 prima della gara con la Serbia Montenegro. Il capitano della Roma si era presentato a Coverciano solo per certificare il suo effettivo infortunio. Tanto bastò a fare infuriare i rivali dei giallorossi che, però, non si appellarono mai al giudice sportivo.
Il Catania, insomma, si rassegni, perché il risultato di domenica sarà regolarmente ufficializzato da Tosel. Il testo del comma 3 parla infatti chiaro: "I calciatori che, denunciando un impedimento per infortunio, o comunque, per una infermità non rispondono alla convocazione per l'attività di una squadra nazionale, di una rappresentativa di Lega e di rappresentative dei comitati in occasione di manifestazioni ufficiali, sono automaticamente inibiti a prendere parte, con la squadra della società di appartenenza, alla gara ufficiale immediatamente successiva alla data della convocazione alla quale non hanno risposto".
Totti: "L'Inter non ruba
Ma qualcosa sotto c'è"
Il capitano giallorosso a Sky: "La squadra di Mancini è forte, i giocatori vincono sul campo e sono bravi. Ma un pizzico di sudditanza psicologica penso ci sia. Non penso che l'Inter faccia quello che ha fatto la Juve, però sbagliare sempre dalla stessa parte ti fa pensare"
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