Sunday, January 11, 2009

11 01 2009 Tutto su F.C.Internazionale

da gazzetta.it

da sportmediaset.it

Inter, quelle punte di veleno

Mancini e Crespo, parole amare


Balotelli, Quaresma, Mancini, Crespo: oltre al pari contro il Cagliari che rallenta la corsa-scudetto, l'Inter deve affrontare qualche problema relativo ai singoli. "Non mi piace questa situazione dove sto giocando poco", ha detto l'ex-romanista dopo il match in cui è entrato solamente nel finale. Crespo, decisivo con l'assist per Ibra, gli fa eco: "Un po' di amarezza c'è". Infine, stoccata di Moratti a Balotelli: "Impari da Mourinho"

Balotelli in tribuna

"Devo cercare di sfruttare tutte le opportunità a mia disposizione", spiega amaramente Mancini, impiegato dopo un mese di assenza: e va detto che l'ultima apparizione, registrata in Lazio-Inter, era durata qualcosa come sette minuti. "Spero di recuperare la forma e farmi vedere di più", aveva detto in settimana. Ma il buon proposito passa anche da Mourinho, che, abiurato il 4-3-3 della casa, sembra proprio non vederlo. Ad Appiano Gentile era corsa anche qualche voce di precoce divorzio: il Real Madrid, a caccia di un esterno, aveva chiesto informazioni. Ma per questa stagione non se ne farà nulla: Amantino avrà a disposizione altri cinque mesi per dare un senso alla sua annata.

Lo scarso impiego, forse, evita a Mancini il trattamento che San Siro, invece, riserva al suo collega Quaresma. Anche contro il Cagliari, dopo un inizio incoraggiante, i soliti numeri fini a se stessi, i soliti tiri tutto meno che da brividi: e i fischi sono arrivati puntuali come un treno svizzero. L'operazione ambientamento di Mister Trivela è ancora più che complicata: e il gelo, sia quello atmosferico che quello dell'ambiente nerazzurro, certo non aiuta.

Infine, Crespo e Balotelli. "I tempi sono cambiati, per me", ha amaramente detto il Valdanito dopo la partita di sabato sera. Una considerazione amara, ma i tempi potrebbero davvero cambiare in meglio, se è vero che Mourinho, interpellato a proposito, ha spiegato che "non sarà questa gara a influenzare le mie valutazioni su Crespo: ma magari da ora in poi troverà più spazio". Con tutta probabilità al posto di SuperMario, visto a San Siro in piumino verde e succo d'arancia. Come un 18enne qualunque.

11 gennaio 2009


da repubblica.it

SPORT - 24 ore

Londra, 11:48

CALCIO, MOURINHO: CON ME CHELSEA AVREBBE VINTO CHAMPIONS

Josè Mourinho ha un unico rimpianto legato alla sua esperienza al Chelsea: la mancata conquista della Champions League. Arrivato nel 2004, il tecnico portoghese è rimasto a Stamford Bridge fino all'autunno del 2007 vincendo due campionati, una FA Cup e due Carling Cup. In Champions, invece, il Chelsea si è fermato in semifinale: ''La gente vuole sempre di più e questo al Chelsea era la Champions - ha raccontato l'attuale tecnico dell'Inter al domenicale inglese 'News of the World' -. L'avrei vinta: il mio contratto sarebbe scaduto nel 2011, in totale avrei avuto a disposizione 7 anni. Stavamo andando nella giusta direzione, eravamo vicini al traguardo". (Nic. Api) (11/01/2009) (Spr)

da virgilio.it

Moratti: "Balotelli? Fortuna ad avere Mourinho"

Così il presidente dell'Inter, Massimo Moratti, in merito ai dissidi tra il giovane attaccante e il tecnico portoghese.

"Balotelli ha la fortuna di avere un allenatore positivo come Mourinho, ne approfitti. Questo è il mio consiglio". Così il presidente dell'Inter, Massimo Moratti, in merito ai dissidi tra il giovane attaccante e il tecnico portoghese.

"Credo che lui possa avere il tempo di imparare da Mourinho quella che è la disciplina, sia tattica, che di vivere in una squadra di questo genere, in una società di questo genere, avendo la nostra fiducia, perchè ha talento, intelligenza e carattere per poter diventare quello che noi pensiamo, un grandissimo campione", ha aggiunto Moratti. "Però, anche un grande campione deve passare attraverso determinate strade", ha concluso il presidente nerazzurro, che ha escluso l'ipotesi del prestito di Balotelli.

L'ira di Mourinho: "Così non si batte il Manchester"

L'Inter rallenta dopo otto vittorie consecutive; il tecnico ringrazia la buona sorte se conserva la sua personale imbattibilità nelle gare casalinghe di campionato.

Pubblicato il 11/01/09

mourinho
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Serie A: Inter-Cagliari, le foto
L'Inter rallenta dopo otto vittorie consecutive; Josè Mourinho ringrazia la buona sorte se conserva la sua personale imbattibilità nelle gare casalinghe di campionato (107 la striscia del tecnico). Un'amara consolazione comunque per il portoghese che ammonisce la squadra in vista di impegni cruciali come il Manchester United.
"Non esco soddisfatto ma questo è un punto guadagnato - dice -. Non parlo di due punti persi perchè la gara è finita 1-1 ma in effetti poteva finire 3-0 per loro".
"Siamo mancati in velocità e profondità. Il primo tempo è stato davvero brutto; a inizio ripresa abbiamo invece dato il meglio e il loro gol è arrivato proprio quando pensavamo di andare in vantaggio. Non cerco alibi ma le assenze di Maicon e Stankovic pesano. Nelle ultime gare avevamo trovato degli equilibri che con il Cagliari sono completamente mancati".
Mourinho ammette che "un Adriano in forma ci sarebbe servito. Le sue caratteristiche fisiche avrebbero potuto mandare in tilt il Cagliari. Il brasiliano dovrebbe rientrare martedì in Coppa Italia.
ACQUAFRESCA. ""Acquafresca mi piace, ha giocato bene ci ha creato grandi problemi e ha anche segnato. Non so dire al momento se l'anno prossimo giocherà con noi, ma posso dire che ha davvero un gran futuro, anche in questa squadra".
MANCHESTER. "Ora serve una bella reazione, se giochiamo così con il Manchester United non si passa. Ma per fortuna la Champions vive di dettagli, conta essere pronti al momento giusto".

da tiscali.it

Mourinho: 'Al Chelsea avrei vinto la Champions'

La Champions League e' sempre nella testa di Jose' Mourinho. Il tecnico portoghese, dopo averla conquistata con il Porto, sogna di regalarla presto ai tifosi nerazzurri, ma un pensiero fisso aleggia nella testa dello Special One: con lui in panchina anche il Chelsea l'avrebbe vinta. A rivelarlo e' lui stesso, attraverso un'intervista apparsa sulle pagine del domenicale inglese News of the World: 'Nel mio periodo al Chelsea, abbiamo vinto tutto, ad eccezione della Champions. Abbiamo conquistato tutti i trofei principali: il campionato dopo un digiuno di 50 anni e ci siamo ripetuti nella stagione seguente. Abbiamo vinto la prima FA Cup assegnata nel nuovo stadio di Wembley, abbiamo battuto il Manchester United di Sir Alex Ferguson. E abbiamo vinto due Carling Cup'.

Mancava solo la ciliegina sulla torta, vale a dire proprio la coppa dalle grandiorecchie. 'La gente vuole sempre di piu' e questo al Chelsea era la Champions. L'avrei vinta: il mio contratto sarebbe scaduto nel 2011, in totale avrei avuto a disposizione 7 anni. Stavamo andando nella giusta direzione, eravamo vicini al traguardo'. Ma qualcosa non e' andato per il verso giusto. 'Poi il Chelsea ha deciso di cambiare ed e' finito tutto. Ho passato li' 3 anni splendidi. Il mio rapporto con Abramovich e' fantastico, e' tutto perfetto. Sono felice di aver mantenuto i contatti con lui, sono contentissimo. Se fossimo andati avanti ancora 2 o 3 mesi, avremmo rovinato tutto. Ci sentiamo, ci scriviamo messaggi ma non parliamo di calcio. Parliamo di altre cose, di quello che ci succede: io non gli chiedo opinioni sulla mia vita professionale, lui non chiede consigli sul Chelsea'.

Inter: Mourinho 'Brutto 1° tempo, buona reazione'

Jose' Mourinho tira un sospiro di sollievo dopo il pareggio contro il Cagliari: 'Abbiamo giocato male il primo tempo'. Per fortuna dopo lo svantaggio i nerazzurri si sono ripresi lanciandosi alla riscossa: 'Dopo lo 0-1 abbiamo avuto una reazione troppo rischiosa. In quel momento il Cagliari ha giocato davvero bene in contropiede interpretando al meglio la gara'.

Il portoghese lamenta di non aver potuto schierare la formazione migliore: 'Siamo arrivati a un punto della stagione in cui non si riesce a giocare sempre con la stessa squadra. E' vero, ho un grande organico a mia disposizione, ma quando trovi un assetto ideale e' difficile cambiare'. In ogni caso l'apporto degli uomini della pachina, Crespo su tutti, si e' rivelato fondamentale, come riconosce lo stesso Mourinho: 'Hernan ha giocato tanto in stagione, anche se mai da titolare, entrando in campo in molte partite. E' un grande professionista e oggi ha partecipato in modo molto attivo al gol del pareggio. Ma non vedo il motivo di alterare le gerarchie della squadra'.

Parlando di attaccanti, l'Inter ha rischiato di capitolare sotto i colpi del giovane Acquafresca, il cui cartellino appartiene proprio alla societa' di Moratti. Mourinho rivolge i suoi complimenti alla punta cagliaritana, prevedendo un grande futuro per il ragazzo: 'Acquafresca mi piace, oggi ha giocato bene ci ha creato grandi problemi e ha anche segnato. Non so dire al momento se l'anno prossimo giochera' con noi, ma posso dire che ha davvero un gran futuro, anche in questa squadra'. Discorso diametralmente opposto quello su Balotelli, del quale il tecnico e' tornato a parlare dicendo: 'Lui non da quello che voglio io durante la settimana. Deve cambiare perche' gioca in una squadra importante e quindi deve impegnarsi sempre al massimo, se non lo fa perde opportunita' di giocare e il dovere dell'allenatore e' quello di essere onesto con tutti'. Nel finale di intervento, un'ultima battuta: 'Una cosa e' certa, giocando cosi' contro il Manchester direi che non possiamo passare il turno'.

© Datasport

da ilgiornale.it

domenica 11 gennaio 2009, 07:00

Mourinho stavolta scivola ma Acquafresca non infierisce I nerazzurri steccano la prima del 2009: Ibra salva almeno un punto L’attaccante futuro interista prima segna poi sbaglia il gol della vittoria

MilanoPaura e terrore a San Siro, rimedia Ibra che segna il gol più semplice della carriera, ma il Cagliari ne sbaglia almeno quattro e spiega che il campionato è ancora lungo. Un po' tutti imbastiti, stretti in pochi metri, l'unico che cerchi il lancio lungo è Muntari, al terzo tentativo gli riesce di pescare Ibra in area, tocco per Chivu, fuori abbondante. In un'azione tutta l'Inter di ieri sera, gioco semplice che il Cagliari non fa neppure fatica a murare. Molto freddo, movimenti rigidi, sbagliano cose elementari in serie Maxwell, Cordoba e Zanetti, Cruz lotta con Canini, dall'altra parte nessuno vorrebbe essere al posto di Acquafresca fra Samuel e Cordoba che se lo rimbalzano. Invece sarà lui a fare festa.
Eppure Mourinho aveva assicurato che la squadra in questi giorni aveva lavorato bene, quindi fiducia, l'Inter non può essere quella che tira giù la testa e non le riesce niente o quasi. Certo di spettacolo non se ne parla proprio, Cruz e Samuel sprecano due inviti splendidi su calcio piazzato, due palle che in genere finiscono in porta alla grandissima, Ibra tira un piattone malinconico fra le braccia di Marchetti da posizione splendida, roba che chiunque altro si sarebbe preso del bidone, anche qui alla grandissima. Se non ci fosse Samuel che si stampa la parte destra della faccia e inizia a sanguinare copiosamente e Zanetti che impazzisce e spara due bordate verso Marchetti, si potrebbe anche chiedere il rimborso come per i treni in ritardo.
L'Inter crea e pasticcia, cerca di dare aria al suo gioco ma non le riesce, Figo a destra, Maxwell a sinistra, a Chivu altro non si può chiedere, è ancora incerto, manca dal primo di novembre, però Mourinho ha sempre ripetuto che in campo mette chi ce la fa. Onestamente Chivu sembra non farcela, Samuel resta fuori quattro minuti per tamponare la ferita e rientra con una vistosa fasciatura, Cambiasso si ritrova a pattinare in una partita che non è la sua, il Cagliari pressa ma non costruisce, le intuizioni dell'argentino sono inutili. Serve qualcosa. E Mourinho ci pensa su.
Quando l'Inter rientra non c'è più Cordoba, Chivu finisce al fianco di Samuel e sulla sinistra c'è il professor Trivela, accolto dai 45mila di San Siro con un urlo, un misto di terrore e speranza. Comunque l'Inter aveva chiuso il primo tempo sbattendo tutte le porte e riprende il secondo alla stessa maniera. Di Cagliari non si parla perché non fa neppure quella partita sbarazzina che Allegri aveva promesso. Ibra ha i guanti e le maniche corte, se è una contraddizione va a spasso con il resto della serata, Zanetti gli dà la palla giusta e lui s'incarta, poi tocca a Cambiasso darla a Figo ma Canini ha la grande intuizione prima che il portoghese si presenti solo davanti a Marchetti. Se l'Inter passa poi tutto scivola via. Invece il Cagliari va in gol. Acquafresca approfitta di uno scivolone di Samuel e calcia un destro che fredda Julio Cesar un metro oltre la sua riga, in tuffo inutile. Ci penserà Mourinho.
Infatti gran confusione. Mancano 25 minuti, dentro tutti, uno schema già visto che ha poco di ragionato e molto da disperato. Escono Samuel e Figo, entrano Crespo e Mancini. La difesa passa a tre, Zanetti, Chivu e Maxwell, neppure un marcatore puro. Davanti c'è un ventaglio di uomini, Mancini a destra, Cruz in mezzo, Quaresma a sinistra, sopra ci sono Crespo al fianco di Ibra che, uno si immagina, si sentirà come il Milano-Lecce a Ferragosto. Cambiasso e Muntari a fare il lavoro sporco e San Siro non incita nemmeno, anzi rabbrividisce quando prima Biondini e poi Cossu e poi Acquafresca sbagliano gol già fatti. Poi è normale, nell'Inter con tutti quei sacramenti davanti, qualcosa doveva succedere

da la stampa.it

11/1/2009 (7:14) - IL CASO
Moratti: "La sentenza sulla Gea?
Si tratta pur sempre di condanna"
Il presidente nerazzurro Massimo Moratti, 63 anni


Calciopoli e dintorni:
il petroliere non arretra
LAURA BANDINELLI
MILANO
L’Oscar per la sincerità spetta sicuramente a Julio Cesar: «Ora gufiamo Juventus e Milan». L’Inter inizia l’anno conquistando un sofferto pareggio ma Mourinho sceglie la via dell’assoluzione pubblica e rimanda a oggi alla Pinetina eventuali ramanzine individuali. Durante l’intervallo, tra l’altro, l’allenatore nerazzurro si è molto arrabbiato con la squadra per la scarsa intensità di gioco e la mentalità sbagliata.

Anche Moratti, che ha sfidato il freddo di San Siro per vedere la sua Inter, non sarà rimasto soddisfatto ma ancora una volta ha dimostrato di avere grande feeling con Mourinho, che ha sostenuto sulla vicenda Balotelli. «Mario ha la fortuna di avere un allenatore positivo come lui e quindi il mio consiglio è di approfittarne. Il ragazzo ha talento, intelligenza e carattere per diventare un grandissimo campione. Però, anche un campione deve passare attraverso certe strade». L’incontro con i fratelli agenti del giovane attaccante intanto è stato fissato per domani pomeriggio. Il presidente nerazzurro ha pure commentato la sentenza della Gea: «Non conosco bene la situazione ma è una condanna ed è sempre qualche cosa che dà fastidio, immagino». I tifosi della Juventus però rivendicano gli scudetti persi sul campo, in particolare quello del 2006 che è stato assegnato all’Inter: «Quelle sono battute. Prendiamole per quelle che sono» ha tagliato corto Moratti.

Mourinho ha commentato il pareggio ottenuto contro i sardi in maniera positiva: «Per me è un punto conquistato. Poteva finire peggio», dice riferendosi alle assenze di Maicon per squalifica e a quella di Stankovic per infortunio. E aggiunge: «L’Inter aveva trovato una quadratura. Per questo sono arrivati i risultati positivi. Adesso arrivano le squalifiche. Dovremo stare attenti». Ibrahimovic, a differenza di Mourinho, vede il bicchiere mezzo vuoto: «Abbiamo perso due punti importanti, ci è mancato qualcosa e adesso dobbiamo dimenticare e riprendere a giocare come prima». I prossimi giorni saranno importanti per l’assetto tattico e il mercato. Adriano resta in vendita anche se Mourinho ieri ha convenuto: «Contro il Cagliari c’era bisogno di uno come lui». Gli inserimenti di Mancini e Quaresma non hanno fornito gli esiti sperati. L’ex romanista inizia a dare segnali d’insofferenza: «Questa situazione non mi piace. Sto giocando poco e cerco di sfruttare le occasioni che ho. Andarmene? No, sono arrivato adesso». Crespo è rassegnato: «Lavoro aspettando la mia occasione. Sono tranquillo, io la notte dormo...». A malignare viene da pensare che si riferisse a Adriano.

11/1/2009 (6:56) - PAREGGIO DOPO OTTO VITTORIE CONSECUTIVE
Falsa ripartenza per l'Inter
La delusione a fine gara sul volto di Hernan Crespo


La sosta fa male ai nerazzurri: il Cagliari sfiora l'impresa a San Siro
MARCO ANSALDO
INVIATO A MILANO
Massimo Cellino, il presidente del Cagliari, aveva detto a Moratti che per riavere subito Acquafresca, di cui è il proprietario, avrebbe dovuto cedergli la metà di Balotelli. Visto come sono andate le cose, con Balotelli in tribuna sempre più inviso al mondo nerazzurro, e con Acquafresca che ha timbrato il match con un gol che ha fatto tremare i nerazzurri sarà forse il caso di rifletterci. Ma la riflessione dovrà essere più profonda che valutare l’opportunità di riprendersi questo che ci sembra l’attaccante giovane più vicino a Pippo Inzaghi, nei pregi e nei difetti: l’Inter ha cominciato l’anno come aveva finito il 2008 a Siena, giocando assai male, e la pervicace continuità, punita questa volta con la perdita di due punti, getta più di un’ombra sulla felicità futura di Mourinho. La squadra si è salvata dalla sconfitta perchè ha sicuramente carattere e anche gli uomini in cui sperare nel momento del dramma. Sul tabellino leggerete infatti che il pareggio l’ha realizzato Ibra, mai così poco lucido, ma il merito è tutto di Hernan Crespo che era stato tenuto in ammollo e pensavamo fosse marcito: suoi lo scatto in area, la mossa per liberarsi della marcatura e il cross a un passo dalla linea di porta, Ibra ci ha messo soltanto la presenza e il piede, che essendo un 47 arriva ovunque.

Brutta Inter. Indolente, slabbrata. Non ha convinto all’inizio la soluzione di tenere Muntari dietro alle punte, perchè non ha il passo agile nè l’intuito del rifinitore che avrebbe ancora Figo. Evidentemente per Mourinho ci sono giocatori che possono stare ovunque, sta di fatto che l’apporto di Muntari è stato limitatissimo e nel primo tempo gli attacchi nerazzurri hanno vissuto soprattutto del meno schematico degli schemi, la fuga in avanti e travolgente di Zanetti, tornato per necessità al ruolo di terzino. E che dire del pareggio, raggiunto con la più scombicchierata delle compagnie, l’inedita difesa a tre esposta a ogni vento per consentire l’ingresso a tutte le punte che c’erano: Crespo, Mancini, Quaresma, più Ibra e Cruz, tutti insieme disperatamente perchè era la disperazione il sentimento che pervadeva gli animi nerazzurri. Che da una simile accozzaglia poco programmata sia arrivato il gol, più un altro sfiorato da Muntari e uno annullato per fuorigioco a Mancini nei minuti supplementari (se si fosse ripetuta la situazione di Siena sarebbe stato uno scandalo) ci sembra il segnale che talvolta diamo troppa importanza alle strategie e agli strateghi.

A proposito, il Cagliari ne ha uno non male: Massimiliano Allegri. La sua squadra ha un movimento continuo, i centrocampisti non danno punti di riferimento, i Biondini e i Cossu sono gente che non si tira indietro, tagliano e cuciono con una generosità impressionante. I sardi hanno tenuto in scacco l’Inter benchè per un’ora non tirassero in porta. Acquafresca (che il Toro perse con il fallimento, ah se Cairo si fosse mosso un mese prima...) era il peggiore: non trovava il tempo negli interventi e si muoveva proprio come Inzaghi, senza preoccuparsi di aiutare in copertura e cadendo spesso in fuorigioco ma dando sempre l’impressione di poter essere letale. L’Inter con Ibra sfavato e sfasato (suo il primo errore in zona gol al 13’con tiro centrale su assist di Cruz, ne sarebbero seguiti altri) si faceva sorprendere al 20’della ripresa: Samuel scivolava, commettendo l’unico sbaglio della partita ma decisivo, e Acquafresca poteva controllare con il petto prima di battere Julio Cesar. Sull’onda, il Cagliari aveva un’altra occasione clamorosa con il tiro di Biondini che pareva un gol fatto e contro una difesa malmessa avrebbe potuto raddoppiare. Non ci riusciva, incassava il pareggio poi Acquafresca decideva di non punire oltre i limiti chi potrebbe riaverlo. Falliva il 2-1 da due passi ed era sostituito. Arrivederci San Siro.


11/1/2009
Il paradosso di Mourinho
gli manca una punta


Divieto di sosta, Mourinho paga subito. Troppe le insidie, dalle ruggini festaiole al vigore francescano del Cagliari, per leggere il tribolatissimo pari dell’Inter come un banale tributo al calendario. Non ci si può sempre aggrappare agli episodi. Nostalgia canaglia di Maicon e Stankovic. I campioni sono molli, disordinati, vanno a strappi. Non hanno fame, non hanno denti. Le unghie, le tireranno fuori nella ripresa. Il Cagliari aveva inaugurato la stagione con cinque sconfitte consecutive. Allegri lo ha rifondato su basi solide e armoniche: non solo barricate, non solo campanili. Prova ne siano il gol dell’«interista» Acquafresca e gli sciali successivi, l’ultimo dei quali clamoroso. Ancora una volta, Mourinho ha cercato di ribaltare la frittata togliendo difensori e ammassando attaccanti (cinque, alla fine). Paradossalmente, è proprio un uomo da gol «sporchi» che gli manca. Soprattutto se Adriano e/o Balotelli toglieranno il disturbo.

La Juventus di Ranieri riparte, così, alla caccia dell’Inter da meno sette e con prospettive che le notizie di San Siro rendono stuzzicanti. Non ci sarà Chiellini, lucchetto della difesa. Il Siena è la squadra con la quale i bianconeri avevano suggellato il 2007 (e l’Inter, il 2008). Giampaolo è un tecnico che soffia un’anima nelle sue creature, anche se il rendimento esterno non vale le medie casalinghe.

Il primo Toro dell’anno sembra un borsa che nessuno sa dove appoggiare. Il Genoa, al contrario, ha sepolto tre settimane di cibarie e ozi sotto un ritmo a dir poco impressionante. E attenzione: non solo gambe, anche idee. Le idee di Gasperini, un allenatore che non segna ma insegna. Per la cronaca, gli mancava Diego Milito, il capocannoniere. Tornando ai granata: De Biasi o Novellino, in trasferta il piatto continua a piangere. Due pareggi, sette sconfitte. Per tacere della difesa: otto reti subìte fra Bologna e Marassi, un disastro. Domenica prossima c’è Toro-Roma, con la classifica in bilico, come sempre, fra delitto e castigo.

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